Descrizione
Nel contesto del dialogo interdisciplinare fra arte e psicoanalisi - promosso dal programma di residenze d’artista Waiting Room Residency - MUSE Museo delle Scienze, Tiring House e Jonas Trento presentano a Palazzo delle Albere Io è un altro, due performance d’arte contemporanea e un talk sul tema delle fobie, della relazione fra identità e inconscio e del rapporto fra psicoanalisi e scienza.
In un periodo caratterizzato da una scarsa mobilità dei lavoratori della cultura, le curatrici di Waiting Room Residency Giusi Campisi e Sara d’Alessandro Manozzo propongono un set di due performance e un talk, nato dalla residenza di Daniela Cattivelli e Maria Adele Del Vecchio, due artiste di consolidata esperienza e rilevanza nazionale, particolarmente aperte all’uso di pratiche collaborative e partecipative. L’intento è quello di aprire una conversazione su arte e psicoanalisi, favorendo al contempo la circolazione sul territorio dei linguaggi d’avanguardia.
Gli interventi di Daniela Cattivelli e Maria Adele Del Vecchio favoriscono una costruzione dell’opera insieme al suo pubblico, mirando a superare la barriera culturale spesso percepita nei confronti dei linguaggi dell’arte contemporanea. La sensibilizzazione rispetto ai temi della psicoanalisi punta sia all’arricchimento intellettuale su una disciplina che ha segnato profondamente la cultura dall’inizio del secolo scorso, sia alla responsabilizzazione nei confronti della necessità di cura della propria persona, in tutti i suoi aspetti.
Io è un altro è realizzato in collaborazione con Nuovo Cineforum Rovereto e con il contributo della Fondazione Caritro e della circoscrizione San Giuseppe Santa Chiara.
Le Performance
Indigo di Maria Adele Del Vecchio
Nella sua pratica, Maria Adele Del Vecchio usa spesso lo specchio quale elemento simbolico; graffiandolo dalla parte posteriore, gli conferisce una nuova trasparenza, dando al pubblico la possibilità di vedere attraverso la superficie. Per Io è un altro, Del Vecchio realizzerà uno specchio graffiato in corrispondenza degli occhi, che lei stessa indosserà come una maschera mentre sosta nello spazio pubblico. Le persone che incontrerà, guardandola in volto, vedranno il loro riflesso e, contemporaneamente, incroceranno lo sguardo dell’artista. Indigo mette così l’accento sulla relazione fra chi guarda e chi è guardato, sia da una prospettiva artistica che si rifà alla relazione fra spettatore e opera (riflessione sugli illustri precedenti, uno su tutti il capolavoro Las Meninas dipinto nel 1656 da Diego Velázquez) sia a quella fra inconscio e “io” che caratterizza la cosiddetta “fase dello specchio” teorizzata da Jacques Lacan, il cui pensiero è alla base della pratica psicoanalitica di Jonas. “Io è un altro”, scriveva Rimbaud: affermazione che mette in discussione il concetto di identità personale e che apre all’indagine della sua formazione.
Hans di Daniela Cattivelli
Hans di Daniela Cattivelli è composta da una performance e un’installazione che affrontano il tema delle fobie che condizionano, oggi in maniera più pressante rispetto al passato, il nostro esistere. Hans parte da un’azione ricorrente nella pratica psicoanalitica per la quale nominare e scrivere le proprie paure corrisponde a esorcizzarle, in quanto l’atto dello scrivere sottintende un controllo e una distanza da esse. Nell’azione artistica tale distanza sarà resa ancora più tangibile grazie all’uso di un avatar, un’intelligenza artificiale che leggerà un elenco di fobie cui sarà lo stesso pubblico a contribuire attivamente. Hans si concentra sulla partecipazione del pubblico, che sarà chiamato, nei giorni precedenti la performance, a condividere in forma anonima, sui canali online di Waiting Room Residency, la propria fobia. Il 10 giugno, nell’ingresso di Palazzo delle Albere, sarà installato un video trasmesso in loop in cui un avatar leggerà la lista risultante. In questo modo, chi scrive avrà la possibilità di risentire la propria fobia riletta, con voce anonima e metallica, da un personaggio virtuale e neutro, trasformando qualcosa di intimo e personale, talvolta impronunciabile, in un assoluto altro sé.
Ph: Lorenzo Danieli
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